Comte: contro il culto metafisico della sovranità popolare
“Colui che, dopo un sufficiente esercizio, ha sviluppato una perniciosa attitudine particolare a dissertare […] è solo per questo ammesso a concorrere […] alla direzione immediata e suprema dei più gravi interessi pubblici”
(Auguste Comte, Cours de philosophie positive, leçon 46)
A governare una società complessa, secondo lui, non possono che esserci dei competenti.
Torniamo a Socrate e a Platone: i sapienti al potere. Sì, ma non gli intellettuali, non gli umanisti.
Gli scienziati.
Sì, non i fisici, gli astronomi, i chimici, ma chi conosce le leggi che regolano la società: quegli scienziati particolari che sono i “sociologi”, una categoria di scienziati, questa, che deve ancora nascere e che lui si propone di far nascere e maturare.
di Piero Carelli