«Ma allora non c’è giustizia?»
Il giovane giudice ascoltava con tristezza, e con tristezza guardava il viso riarso dal sole e rugoso di Jernej, le sue scarpe impolverate, i suoi abiti logori.
«Non opponetevi alla legge, qualunque essa sia; gli uomini l’hanno creata, gli uomini le hanno dato forza e autorità. Quando vi frusta a sangue, stringetevi nelle spalle e raccomandatevi a Dio; se la sua faccia è stravolta al punto da non poterla più distinguere dall’ingiustizia, guardate da un’altra parte ed evitate di litigare con lei! Tenetelo bene a mente, e adesso andate con Dio e fate come vi ho detto!».
Sorpreso e spaventato, Jernej lo fissò negli occhi. «Ma allora, non c’è giustizia? Dunque l’avete rinnegata?»
Il giudice stava in silenzio.
I. Cankar, Il servo Jernej e il suo diritto, Milano, Feltrinelli, 1977